Scenario fotografico
di "La generazione tradita
e nascita della morale
"
(con didascalie in tre lingue)
 parte prima
 "La generazione tradita"
seconda cantica "storia"
 
 
Photographic scenery
of "generation betrayed
and moral's birth
"
(with legends in three languages)
 first part
 "generation betrayed"
second narrative poem "history"
Scénario photographique
de "La géneration trahie
et naissance de la morale
"
(avec legendes en trois langues)
 première partie
 "La géneration trahie"
deuxieme chant "histoire"
 
 

Textes et photos Texts and photos Testi e foto
by Michele Augias

 

Copyright 2006 by Michele Augias
Realizzazione digitale Gennaio 2006
di Angelica Necchi
Realizzazione informatica Gennaio 2006
di Cesare Zanetta

   
   
   
   
Per Hegel la Storia comincia con l'oppressione. E Sartre aggiunge che l'alienazione precede l'oppressione. Vediamo di semplificare queste affermazioni con le immagini.  
  For Hegel History begins by oppression . And Sartre adds that alienation comes before oppression. Now we try to simplify by images these affirmations.
Pour Hegel "l'Histoire" commence par l'oppression. Et Sartre ajoute que l'aliénation précède l'oppression. Or nous voyons de simplifier par des images cettes affirmations.  
   
   
Tien-Tsin  
   
    
   
Il battaglione " San Marco", due marinai e il Riksciò nella Concessione Italiana di Tien-Tsin.  
  "The Saint Marc" battaglion, two marines and the Rikshò in Italian Concession of Tien-Tsin
Le battaillon "Saint Marc", deux marins et un Riksciò dans la Concession Italienne de Tien-Tsin.  
   
   
Africa orientale  
   
   
    
   
   
Colpi di cannone in Africa orientale, un soldato una tenda militare e due bambine abissine. Queste situazioni in Cina e in Africa non sono, se non parzialmente, una vera e propria guerra. Ma sono l'idea della guerra che qualcuno ha messo in testa agli italiani. Infatti, quando la guerra venne e la dichiarazione fu pronunciata alla radio, in tutte le piazze di Italia le folle "oceaniche" inneggiarono alla guerra. Questa è l'alienazione, come nasce e come matura fino a materializzarsi nella guerra vera e propria, ossia nell'oppressione. Così comincia la Storia, vuoi per Hegel, vuoi per Sartre.  
  Gunfires in East Africa, a soldier and military tent and two Abyssinian little girls. This Situation in China and Africa are not,if not partially,a real war. But they are the idea of the world whom somebody has put in the italians mind. Infact, when war arrived and declaration was communicated by all the radios, in all the squares of Italy the "oceanic" multitudes praised to the war. This is alienation,how is born and it matures up to materialize itself in the real war, i.e. in the oppression. So History begins either for Hegel or for Sartre.
Coups de canon en Afrique de l'Est . Un soldat, une tente militaire et deux petites- filles abyssinienes. Cettes situation en Chine et en Afrique ne sont pas, si non partiellement, une veritable guère. Mais elles sont l'idée de la guère que quelq'un a mis dans la tête aux Italiens. En effect, quand la guère éclata et la déclaration fut prononcée par toutes les radios dans toutes les places d'Italie les foules "oceaniques" acclamaient à la guère. Cette-ci c'est l'aliénation, comment elle nait et comment elle mûrit jusqu'à ce matérialiser dans une veritable guère, c'est à dire dans l'oppression. C'est ainsi que commence l'Histoire, soit pour Hegel que pour Sartre.  
   
   
Malta - La Valletta  
   
   
   
Bombe dal cielo su Malta (un aereo, le bombe sganciate dall'aereo, il porto di La Valletta). La guerra è arrivata, si è consumata, si è persa. Fine della guerra, fine dell'oppressione, fine della Storia. Ma la Storia non è pura razionalità. La guerra è finita per gli Italiani, non per i Tedeschi, che occupano l'Italia. E qui la Storia ricomincia. con l'oppressione tedesca. Per gli italiani, liberatisi dalla alienazione iniziale, la guerra diventa liberazione dall'oppressione tedesca.  
  Boms from the sky ( an airplane, boms releared from the air, the port of La Valletta). War is arrived, as exhausted itself,has been lost. End of the war, end of oppression, and of History. But History isn't pure rationality. War is ended for Italians, not for Germans,who occupied Italy. It is at this point that History begins again by german oppression. For Italians who liberated themselves from original alienation, war becomes liberation from german oppression.
Bombes du ciel sur Malte (un avion, bombes jettés du l'avion, le port de La Valletta). La guère est arrivée, a étée consommée, a étée perdue. Fin de la guère, fin de l'oppression, fin de l'Histoire. Mais l'Histoire n'est pas pure rationalité. La guère est finie pour les Italiens, mais pas pour les Allemands, qui occupend l'Italie. C'est à ce point que l'Histoire commence à nouveau. Par l'oppresion allemande. Pour les Italliens, qui s'étaient libérés de l'aliénation originaire, la guère devient liberation de l'oppression allemande.  
   
   
Campagna di Grecia  
    
   
    
   
   
La campagna di Grecia. Immagini sfocate di cannoni, carri armati e soldati di una guerra tra poveri all'ombra, purtroppo del Partenone.  
  War of Greece. Imagies out of focus of cannons,tanks and soldiers of a war between poor peoples in the shades, unfortunately, of Parthenon.
La guère de Grécie. Images voilés de canons, chars de combat et soldats d'une guère entre pauvre gens à l'ombre , malheureusement, du Parthénon.  
   
Per una lettura teatrale
musica suggerita "La marcia funebre" da l'"Eroica" di Beethoven
   
La Resistenza

Foto di partigiani
Photos of partigians
P
hotos de partisans
 
   
   
   
La Liberazione  
   
La gioia della Liberazione è breve. Il dopoguerra è fatto di mine, reali e simboliche, di soppravissuti traditi.  
  The joy of Liberation is brief. After-war is made of mines (real and symbolic), of survivals betrayed.
 La joie de la Libération est breve. L'aprés-guère est fait de mines (veritables and symboliques), de survecus trahis.  
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Achtung Minen  
   
   
   
   
Ricordo di Guelfo, caduto per la ricostruzione dell'Italia. " Fu Anna a scrivermi quando Guelfo saltò sulla Riegel-Mine"  
  Memory of Guelfo died for the reconstruction of his Country. "Ann wrote to me about Guelfo who was killed by a Riegel-Mine"
Souvenir de Guelfo, tombé Pour la recostrunction de son Pays. "Fut Anne à m'ecrire quand Guelfo fut tuè d'une Riegel-Mine.  
   
Per una lettura teatrale
i titoli delle poesie
musica suggerita "La marcia funebre" da l'"Eroica" di Beethoven
   
   
Il dopoguerra
[After war - Après-guère]
 
   
Un albero ferito. " Aprì la camicia e mostrò un petto invaso di cicatrici. Sono un fucilato, disse". " Dal profondo della memoria" di Corrado e delle sue brigate Matteotti " Giunge un lamento roco e rabbioso di una generazione tradita". E Léon Blum, all'Hotel Regina di Stresa, prevede, per la coscienza italiana, un ritardo di parecchie generazioni. E il ritardo, oltre ogni previsione, continua.  
  A tree wounded. " he opened his short and showed a scared chest. I am a man shot, he said". " From the depth of memory " of Corrado and his "brigades of Matteotti" "It arrives a plaint, horse and furious, of a generation betrayed". And Lèon Blum, by Regina Hotel of Stresa Predicts for Italian coscience a delay of various generation. And such a delay continues.
Un arbre blessè. "Ouvra sa chémise et montra sa poitrine, envahie de blessures. Je suis un fusilé, il dit". " Dès les profondeurs de la mémoire" de Corrado and des brigades Matteotti " Il arrive la lamentation ranque et furieuse d'une génération trahie". Léon Blum, chez l'Hotel Regina de Stresa, prévojait pour la conscience Italienne un rétard de plusieuers générations. Et ce retard, au de là de toute prevision, continue.  
   

 

II – STORIA
o tempo degli eroi


Montevecchio

Sotto il castello di Montevecchio
e dietro un filare di siepi
rivedevi la vita
in un film spuntinato
di fugaci momenti incompiuti
mentre i proiettili della mitraglia
ci zampillavano intorno
D’un balzo improvviso il Mauri
fu oltre la siepe
urlando e sparando
Lo vidi piegarsi e cadere
falciato dalla raffiche
come spezzato


Il tenentino

Il tenentino dal sorriso azzurro
ostentava bonaria sicurezza
disponibille a trattare
ogni forma di resa
Eppure solo due ore innanzi
quello stesso sorriso
ci aveva scatenato addosso
anche se invano
la furia e l’aspetto terrificanti
di due plotoni di mongoli


La colonna Stamm

La colonna Stamm
incombeva sulla città
Varcato il Ticino
s’era attestata
sulla riva lombarda
Era isolata od ancora
teneva i contatti con Milano?
L’Alto Comando era caduto
od ancora
non accennava a cedere ?
Anche per noi i contatti
eran difficoltosi e rari
Ma solo da ciò dipendeva
la via da percorrere
Se la vasta brughiera del Ticino
o la strada diretta del Sempione
Nel frattempo la colonna
incombeva sulla città
Piccola città
di piccoli borghesi
pavidi e atterriti
Tutte le imposte
e le persiane chiuse
Le strade e le piazze
deserte
immerse nel silenzio
Solo pochi generosi
per lo più ragazzi
spuntavano dai tetti
con fucili d’ogni foggia
Giungemmo dalla Valle
a dar man forte
o meglio a dar coraggio
ad una città atterrita
Su1 tetto del Comando
che la Matteotti aveva
conquistato
piazzammo 1’unica mitraglia
Ricordo anche
un uomo con bazooka
che non riusciva
a sganciare il figlioletto
avvinghiato alla sua giacca
Tutto qui
ma questi generosi non saranno
mai celebrati
I pavidi liberati
celebreranno sempre
la liberazione
ma sempre odieranno
i lor liberatori
È la vendetta dei pavidi
contro il coraggio
e la generosità
Non è certo una colpa
l’essere pavidi
come anche diceva
don Lisander
È una colpa ed abbietta
odiare i generosi
È per costoro che una città
entra nella Storia
Per gli altri non sarebbe
che un borgo vegetale
L’incubo finì alla notizia
che l’Alto Comando a Milano
era caduto
Il colonnello Stamm
senza più contatti
era isolato
Scelse la strada
lombarda del Ticino
per aver più agio
nella vasta brughiera
di trattare la resa
Era la copia
certo più matura
del tenentino di Montevecchio
Gli stessi occhi azzurri
lo stesso sorriso tranquillo
e disponibile
Non uno stile
ma una scuola pensai
per mascherare ordini
crudeli e turpi
che pur erano stati
dati ed eseguiti
Una scuola
che fa della coscienza
la più potente
macchina da guerra
Le armi abbandonate
sui cigli della strada
i soldati curvi ed umiliati
avevano –ricordole
tasche rovesciate
per mostrare e dimostrare
di non aver più nulla
Qualcuno anche
passava su una lacrima
il dorso della mano
Ma i più erano sorpresi
e increduli
come al risveglio
dopo un lungo sonno
Un moto istintivo di pietà
non poteva non nascere
e fors’anche di tenerezza
Anche per essi lontano
c’erano madri
in ansiosa attesa
che si consumavano in silenzio
Improvvisamente il tempo
de «la pietà l’è morta»
si ferma
perché l’uomo rinasce
sempre rinasce
come la fenice
dalle proprie ceneri


Corrado

Quando la lotta
si fece più aspra
Corrado divenne leggenda
Ricordo gli incontri fugaci
la penombra di una stanza
e gli occhi lucenti
su un volto scavato
Gli sentivo un’ansia paterna
per noi ch’eravamo ragazzi
Poi la Liberazione
fu tutta nei suoi occhi
Ma breve la stagione
della libertà
Finì il 18 Aprile
con la fine di socialisti e risorgimentali
unici garanti d’alternanza
democratica
Come all’avvento delle Signorie
fu nuovamente la caduta
delle libertà in Italia
ad onta e in spregio
delle ferree leggi di Yalta
ad onta e in spregio
della democrazia
uccisa appena nata
Lunghe schiere preser
la via dell’esilio
od affollarono i ghetti
dell’emarginazione
Così fu per Corrado
avvolto in un silenzio
inesorabile
Pareva venuto dal nulla
quando una speranza
nuova di libertà
apparve all’orizzonte
nel sessantotto
Il volto emaciato e stanco
l’abito sgualcito e liso
tenne un robusto comizio di protesta
e si ebbe a non finire un forte applauso
Fu l’ultimo comizio
fu l’ultimo applauso
perché gli anni del piombo di Stato
calaron su l’ultima illusione
Altri esuli
s’aggiunsero agli antichi
ed altri martiri a testimoniare
la libertà perduta
Quando mi abbracciò
lo sentii tremare
e vidi l’occhio incavato
appannato da una lacrima
Dal profondo della memoria
giunge il lamento
roco e rabbioso
di una generazione tradita


Il primo treno dell’Adriatica

Stavamo sparsi a punzonare
una vigna minata a Riccione
la spiaggia era stata sminata
e sola incombeva una mina vagante di mare
Tra la vigna e la spiaggia correva
un vecchio binario abbandonato
Quel binario aveva sempre
fiancheggiato l’Adriatica
ma la spianata di macerie
cui s’era ridotta la stazione di Rimini
gli aveva tolto l’ultima speranza
Così ci sorprese improvviso
fra meraviglia e incredulità
in quell’assolato mattino d’Agosto
un fischio che pareva di treno
Ci guardammo a distanza
interrogandoci con gli occhi
ma poi cominciò a sentirsi
leggero e lontano
lo stantuffo della vaporiera
che via via si faceva più forte
Allora fu un grido di gioia
e corremmo saltando incoscienti
tra le mine fino al binario
Passò lenta la vaporiera
e dietro tre carrozze
con donne tante donne ai finestrini
che agitavano fazzoletti
e noi rispondemmo agitando i punzoni
Ci scambiavamo a grida
parole di saluto quasi incomprensibili
Ma qualcuna s’era portata
il fazzoletto agli occhi
qualcuna si mise ad applaudire
ed altre ci mandavano baci a piene mani
E fra tanto vociare una parola
ci giunse chiara da una donna
che lasciò cadere su di noi
un fazzoletto rosa antico: grazie
Noi ch’eravamo corsi a salutare
il treno che sapeva di speranza
agitando quanto i punzoni
avevamo per le mani
proprio per quei punzoni
c’eravamo sentiti ringraziare
Tutto s’era svolto in pochi istanti
nel volger del passaggio anche se lento
di una vaporiera e tre vagoni
E noi ragazzi di vent‘anni
figli della Resistenza
e rotti a tutte le battaglie
ci ritrovammo a piangere
come bambini


Storia di Nanda

Leggeva Kafka distesa sulla spiaggia
e l’ansia esistenziale a non finire
Sposava il ruolo della donna come tramite
fra il potere e l’ansioso agrimensore
per dare a questi un segno di speranza
Forse in me sconosciuto lo vedeva
per l’affetto d’istinto che mi dava
Poi apparve Floriano ed ebbe disappunto
ma raccolse le sue cose e lo seguì
Sempre m’attendeva sulla spiaggia
fino al giunger puntuale di Floriano
Nanda la libertà
ancora non è nata
Non c’era casa a Rimini
che non mostrasse il segno della guerra
Da terra cielo e mare non un anfratto
senza almeno una scheggia di granata
Le strade eran sequenze di fossi e di ridossi
e viale Tripoli aveva ancor sul fondo
i resti d’una casa
che il padre di Nanda rimediava
giorno per giorno con le sue stesse mani
Sul lato opposto la mia piccola stanzetta
rabberciata alla buona da una vedova di guerra
Nanda la libertà
ancora non è nata
Era d’agosto e diceva una fortuna
avere la supplenza in quella scuola
E mi volle con sé per visitarla
quasi avesse inizio dopo la guerra
una rinnovata età dell’oro
Erano ruderi e si sentì scorata
vedi ci tento e mi baciò sul collo
con le labbra umide di pianto
Nanda la libertà
ancora non è nata
Dalla vigna minata di Riccione
la vidi apparir sull’Adriatica
e mi nascosi nel folto dei filari
Parlò con la donna della vigna
e le chiese tremando delle mine
Stette a lungo a guardare
pallida i filari e se ne andò
Nanda la libertà
ancora non è nata
Me la trovai nella mia stanzetta
i grandi occhi umidi e severi
che tentavo inutilmente di evitare
Guardami disse so che mi hai veduta
Io ti devo qualcosa e sono qui
Nanda son io che devo
tu m’hai donato un sogno
in cui mi piace perdermi
I grandi occhi si fecero imploranti
Son io che devo stringimi ti prego
E mi trovai a stringere
lei che mi stringeva
con la stessa mia disperazione
Nanda la libertà
ancora non è nata
Ti amo ti amo sentii in un sussurro
Non siamo che un sogno risposi in un soffio
e tacqui
per non turbare quel tenero
meriggio di poesia
Ma sentivo l’angoscia di una libertà
che non voleva nascere
ed a cui offrivo ogni giorno la vita
Nanda la libertà
ancora non è nata


Guelfo

Tutti sapevan di Guelfo
e del suo straccio rosso
sulla ciminiera
quando l’urto dei panzer
spaccava la città
Tutti sapevan dell’Anna e di Guelfo
quando Guelfo sminava
le vigne di Romagna
Fu l’Anna a scrivermi
quando Guelfo saltò
sulla Riegel-Mine


Severino

Era la finestra più alta
dalla casa più alta
del paese
E di lì uscivano le note
della tromba di Rino
con la sue variazioni
ed i suoi acuti
Era l’aria dicevan del Mergozzo
che gli gonfiava il petto e turbinava
nel cavo della tromba
Quando lo colse
la campagna di Grecia
ne tornò col petto affaticato
ed un acuto di tromba lo stroncò
Ma la gente passando
continuava a guardare
il silenzio che usciva
dalla finestra più alta
della casa più alta
del paese


La nobildonna del Teatro Sociale

La vecchia nobildonna
sola i figli morti
e dispersi i parenti
nell’ultimo uragano
sfuggiva l’ospizio e stava
in un camerino del Sociale
diroccato
con un piccolo fornello a mèta
di gennaio
Mi lasciò erede
di un pacco di giornali
vecchio di trent’anni
che la ritraevano
bella e dolcissima
mentre recava doni
e suonava il pianoforte
per i feriti
della prima guerra


Aprì la camicia

Aprì la camicia
e mostrò il petto invaso
di cicatrici
Sono un fucilato disse


Il contrabbandiere

Era la prima
la sua prima bricolla
e varcò la frontiera
Dall’alto del pendio
un doganiere
gridò l’intimazione
e puntò l’arma alle gambe
tremando
Ma lui stava scendendo la china
E il colpo lo raggiunse
dritto alla nuca


L’emigrante

Tuoni assordanti di macchine d’acciaio
colate incandescenti di ferro fuso
armature a vertigine verso cieli invisibili
lacrime disperse nel vuoto della lontananza
il sangue sgorga da ferite vere
s’aggruma e s’incolla sulla pelle sporca


Léon Blum

Primavera ‘47
Un centinaio di superstiti
del socialismo
aveva ascoltato Blum
al regina di Stresa
C’est-elle la chutte de la démocratie? Gli chiesi
Guardava le cose
da molto lontano
e molto lontano le vedeva
C’est pire mon jeune camarade
le conscience italienne
aura-t-elle surement un retard
de quelques générations
C’est pire mon camarade c’est pire


18 Aprile

Le avvisaglie cupe del ciclone
partono
dalla fascia rossa del tramonto
all’orizzonte
Nugoli di foglie
volano sospinte
dai sibili del vento
e cadono a vortice
intorno al grande platano
disegnando il cerchio
su cui calerà la furia
Le foglie e il vento
hanno la forza
di vomeri d’acciaio
Affondano solchi
Violenti e profondi
Fino a raggiungere
ed estirpare
l’intrico inesplorato
delle immense radici
E solo i vermi sopravviveranno

   

End of History