La scuola primaria
La scuola primaria va dalle elementari alle tre medie incluse occupando così l’infanzia e la prima adolescenza. Nella prima parte si impara a leggere, scrivere e far di conto. Ma si apprende anche storia geografia e, specialmente, musica e due lingue straniere facili, a quell’ età, da imparare. Occorre aggiungere le poesie e le fiabe per bambini. Come Pinocchio, quelle di Perrault, di Andersen e dei Grimm e credo pure quelle di Rodari. Nelle medie si approfondiscono le lingue,la storia,la geografia,la musica e si introduce il latino. Le poesie e le favole sono quelle per adolescenti. “I ragazzi della via Paal”, “Gli amanti dell’Orsa Maggiore”, i libri di Salgari e di Jules Verne.
Nell’intero corso la lingua italiana deve essere studiata sia nella forma scritta (“sii breve ed arguto”) sia nella dizione. Laddove la radice e le desinenze sono chiare, si perde ogni accento dialettale ed ogni forma di farfugliamento, tipico della più parte dei lettori televisivi, notoriamente semi-analfabeti di ritorno.
In quinta elementare non è necessario alcun esame, è invece indispensabile in terza media perché si tratta di un passaggio importante, da scolaro a studente. L’esame diventa un atto di responsabilità verso se stesso e perciò di avvìo alla maturità intellettuale.
La scuola secondaria
La scuola secondaria non può che essere unica. Ossia il Liceo classico poiché una base umanistica è indispensabile per qualsivoglia mestiere o professione. Non solo, ma con esso si può adire a tutte le facoltà universitarie contrariamente alla famigerata riforma brutalmente di classe del tutt’altro che idealista Giovanni Gentile.
Un diploma a metà percorso per chi necessita di lavorare può essere conseguito nei primi due anni universitari.
La scelta di una cultura umanistica di base è indispensabile. Il greco antico è indispensabile. Senza gli aristotelici ethos e logos metà della produzione holliwoodiana non esisterebbe. Senza il “panta rei” non esisterebbe l’altra metà. E senza l’eros e il thanatos Freud non sarebbe neppure nato. Con la riforma Gentile il 90% dei nostri talenti è finito nelle discariche. La scuola, per affiancarsi al lavoro, deve prima affiancarsi al cittadino formandolo.
L’università
L’università deve essere libera,competitiva,permanente e sempre aperta a tutti. Alle lezioni può partecipare il pubblico, come a teatro.
La qualità di una università è la qualità dei suoi docenti, che non devono né fare concorsi né offrirsi. Contano le loro pubblicazioni e sta ai consigli di amministrazione scovarli. Oggi con Internet è più facile. Ogni docente oggi ha un sito con le proprie opere. Basta navigare e lo si scopre.
Anche le facoltà scientifiche devono contemplare materie umanistiche come filosofia e le due lingue straniere con relative storia e letteratura. Dopo il diploma di laurea, che non è la laurea, si aprono tre anni di ricerca che danno lauree e dottorati e che vanno incentivati ripristinando il pre-salario. Infatti non è la scuola che deve adattarsi all’industria ma questa alla ricerca. In Italia infatti non esiste un’industria di base ma la manifattura che è sostanzialmente un indotto di qualcosa che non esiste. Bisogna infatti creare l’industria di base affiancandola alla ricerca. Esistono avanguardie europee come Inghilterra e Francia purchè non si discostino dall’America che è, piaccia o non piaccia, l’unico impero mondiale.
Si parla tanto di Cina e India. Avranno certo un grande avvenire ma solo quando riusciranno a sfamare un miliardo e mezzo di persone oggi sotto il livello di povertà.