Sul terremoto di L’Aquila e paesi limitrofi.

“Il faut réduire le hasard au minimum”. Così Sartre negli anni ’40. Occorre ridurre il caso al minimo.
Una società civile, una democrazia moderna deve saper contenere la potenza distruttrice delle calamità naturali, rappresentate addirittura da uno dei quattro cavalieri dell’Apocalisse. Voltaire, nel “Terremoto di Lisbona” vuole che l’uomo impari a dominare questi eventi catastrofici.
Qualcuno ha detto che i terremoti, almeno approssimativamente, sono prevedibili ed ha rischiato, come ai tempi della Santa Inquisizione, di finire in galera.
Gli esperti di Scienza, ufficializzati nelle istituzioni pubbliche, hanno dichiarato che i terremoti non sono prevedibili “in modo assoluto” dimenticando che tutti gli assoluti sono caduti alla fine dell’ottocento con la fine del positivismo e dello scientismo. Il famoso “Dio è morto per compassione verso gli uomini” di Nietzsche.
Uno scienziato non istituzionalizzato ha dichiarato che prevedere i terremoti non è impossibile.
Oggi in Giappone avvengono terremoti senza morti e non tutte le case crollano. Molte restano intatte. E non si tratta di miracoli.
L’organizzazione e le tacnologie anti-sismiche offrono i mezzi per contenere, “réduire au minimum”, i danni delle calamità.
L’importante è non essere assoluti in negativo.

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